Barlume

Quando la notte si stempera
nei primi chiarori dell'alba
e tenui barlumi di luce tentano

di svegliare l'insonnolita anima,
nelle zone più remote e misteriose del pensiero
si fa strada la paura dell'inconscio:

è il mistero del tempo che incombe,
che preme senza sosta,

fiume inflessibile senza miraggio

o speranza di mare.
Per regioni desertiche

senza memoria, le ore, i minuti,

fragili barche senza remi,
vengono sospinte verso l'infinito.
Muoiono.
Sono le ore consumate dai mortali

nella vana illusione di beffare la morte.
Ore di pace e di guerra,
ore di luce e di ombre,
ore di gioia e di tristezza,
ore d'amore e d'odio

che il tempo intrepido,
inflessibilmente, frantuma.
Poi la carezza dell'aurora dissolve le ultime ombre
e i primi raggi del sole alleggeriscono la pena

di chi ricomincia a lottare senza speranza.


Nota dell'autore: c'è un parallelismo tra l'alba ed il risveglio dell'umano pensiero. L'animo è sopito. Nel momento del risveglio si ha paura dell'ignoto. E' una paura ancestrale. Il tempo misterioso è rappresentato da un fiume che non ha fine e che non raggiungerà il mare. L'atavica memoria umana è qui rappresentata dalle ore, dai minuti, e come barche spinte verso l'ignoto e l'infinito muore. Il vero fulcro centrale dell'esistenza, e non solo umana, è la vita stessa. Essa è rappresentata da noi umani che lottiamo, in particolar modo, nella vana illusione di sconfiggere la Morte. Questa, rappresentata dal tempo intrepido di ore di pace, di guerra, di luce, di ombre, di gioia, di tristezza, di amore, di odio, sarà recisa dall'altro vero fulcro della vita. Ma pur sapendo questa atroce verità l'uomo ricomincia a lottare senza speranza.

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