Dolce Kitten


Gabry, rimembri ancor quella sera
ove l'argentea luna sovra i tetti e
noi al cancello mi dicesti "Ti amo"
Capii dal tuo sguardo fiero
ch'era un amore sincero.
Quando ti dissi "Ti voglio bene"
contemplavi il cielo stellato,
capii dai tuoi occhi lucenti
ma velati che il viso

di gocce di pianto s'era rigato;
non era affanno di dolore

ma gioia d'aver ritrovato il vero Amore.
Sotto quel manto di stelle
come per incanto il tuo volto apparìa più radioso
da quei spruzzi bagnati di pianto.
Scendeva la sera in quel triste giardino
ma in noi nasceva un nuovo destino.
Sembrava triste, disabitato.
C'era silenzio!
Tutto parea desolato!
Che malinconia!

Parea tutto squallido e severo!
Ma per noi non fu vero!
Anzi la luna era il sole che splendea

su di noi per dirci "Beati voi!"
Il manto di stelle parea

d'una distesa d'azzurro mare
e ci aiutava ad amare.
Un soffio di vento increspava i capelli

e io ti dissi "Hai gli occhi belli".
Rivedo il tuo corpo senza lusinga
con lo sguardo buono
e i capelli quasi color sole increspati

di minutissime trecciuole.
Tu mi ami
Tu quella sera m'hai amato
Ti penso.
Penso alla tua bocca rosso vermiglia,

bella nel ridere
il tuo volto rotondo

e le leggere sopracciglia.
Quei languidi azzurri occhi e fermi

che mi lusingò quel tuo voler piacermi.
Ricordo all'Istituto quella sera che mi invitasti a cena
La mensa imbandita era, la tovaglia semplice e linda
il mio commento con te,
piena di vita,
il tuo nervosismo tra le dita.
E di tutti il civettar

e di Candida lo sguardo languido non potesti sopportar.
Sorrisi quando mi dicesti
che mi ti rubavano con gli occhi
Ero forse diventato in man loro
come giocattolo o balocchi?
Allor lasciammo tutti esterrefatti
e quel luogo pieno, Dio perdoni, di matti.

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