S.Agostino

Filosofia del Medioevo: un santo molto discusso
S.AGOSTINO E LA FILOSOFIA CRISTIANA
Da uomo dissoluto ad uomo di fede assoluta
PRIMA PARTE
La filosofia di S.Agostino è molto ampia e discutibile. Pertanto risulta difficile fornire un quadro generale completo senza rischiare di cadere in contraddizione o di trascurare alcuni aspetti che possono essere soggettivamente ritenuti più importanti da alcuni e meno da altri. Il viaggio nella speculazione di S.Agostino apre di fatto il ciclo di Lilibenews sulla filosofia del Medievo e si protrarrà a lungo.

Con l’avvento di Gesù Cristo cambia inevitabilmente il pensiero filosofico.
Cristo è il primo a superare le regole ebraiche, con una teologia monoteistica ed un peccato originale che cambia la condizione degli esseri umani. Si forma la chiesa come istituzione, un pensiero monoteista, ci si pongono quesiti sul male e sulla questione della grazia. Tutto viene filtrato in ottica ecclesiastica: da qui parte la filosofia di S. Agostino.

Nato nel 354 a. C, il futuro Santo Agostino viveva una vita molto dissoluta, e soltanto una drastica inversione di tendenza in seguito ad una chiamata divina lo portò ad avvicinarsi a Dio. Agostino ha sentito in sè la diversità, si è reso conto di essere una voce fuori dal coro le cui azioni non avrebbero portato a nulla. E così avvicinatosi all'autorità ecclesiastica divenne vescovo di Ippona in Inghilterra. Le sue principali opere sono “Confessioni”, “Trinità” e “Città di Dio”.

La concezione dell’uomo cambia: l’uomo non è la verità ma tuttavia si trova nella verità. Quest'ultima è rappresentata da Dio, la luce che illumina tutto. L'uomo quindi si trova nella luce divina, ma spesso può non riconoscersi nella verità: quando tale riconoscimento non avviene si incorre nell'errore. Dio immette in noi dei semi che ci aiutano a giudicare il buono e il cattivo. Ma sta a noi riconoscerci nella verità, abbracciare la luce divina, farci trovare da Dio e capire la natura di questi semi. I semi servono per conoscere e giudicare: è la cosidetta teoria della illuminazione.

L’uomo può essere moderno o antico: vecchio è colui che non si è riconosciuto nella verità:. Il classico peccatore ed egoista, paradigma del detto “Mors tua, vita mea”. L’uomo nuovo è invece colui che si è riconosciuto, vede tutto più bello e limpido ed è rispettoso, non peccatore e riconosciuto,nella luce divina.
Dice il vescovo di Ippona, per responsabilizzare l'umanità, che “l’uomo è al minuscolo ciò che Dio è al maiuscolo”.

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