Oggetti non identificati nell'arte

Ufologia: Oggetti non identificati nell'arte 

A qualcuno è capitato di osservare un quadro o un'opera d'arte e di notarvi all'interno oggetti strani o addirittura sconosciuti? Alcuni studiosi di clipeologia (studio dei reperti archeologici provenienti da altri mondi e da civiltà extraterrestri) sono convinti che certi particolari si possano spiegare solamente con soluzioni paranormali o ufologiche. Nel cuore di Spello, un paesino vicino ad Assisi, si trova la chiesa di Santa Maria Maggiore, famosa per le sue bellissime opere pittoriche. La chiesa è stata costruita intorno al 1100 e, secondo la tradizione, sorgerebbe sulle rovine di un vecchio tempio sacro a Vesta e a Giunone. All'interno della chiesa, nella Cappella Baglioni risalente al 1501, definita anche Cappella Bella e opera di Bernardino di Betto detto il "Pinturicchio" (1454-1513), sono rappresentati su tre pareti episodi della vita di Cristo. Nell'opera di cui parliamo, la Natività, è descritta l'immaggine classica della nascita di Gesù: ci sono la Madonna e San Giuseppe, il bue e l'asino, i pastori che adorano Gesù Bambino e, naturalmente, gli angeli. Ma alzando gli occhi verso il cielo, quello che colpisce è un particolare inaspettato: guardando da vicino, quello che dovrebbe essere un sole al tramonto è raffigurato come una sfera di colore grigio chiaro dall'aspetto metallico e globulare che sembra emanare una fortissima luce. Che cosa ci farebbe questo oggetto inusuale, con tutte le caratteristiche di un disco volante, in una scena del '500? E inoltre: l'oggetto, peraltro dalle dimensioni notevoli, non è l'unica cosa curiosa. Nel dipinto infatti si scorge nell'aria, sospesa vicino alla punta di un cipresso, un'altra sfera luminosa color arancio. Che si tratti di una stella o di un pianeta? L'unica certezza è che si tratta di un oggetto luminosissimo e che il penello dell'autore lo ha evidenziato. Un'altra testimonianza pittorica di considetti "eventi celesti" è la Madonna di Foligno (cittadina vicino Perugia), dipinta da Raffaello su commissione di Sigismondo de' Conti per un voto di ringraziamento. La casa del nobiluomo a Foligno era stata infatti colpita da un fulmine o da un bolide, ed era rimasta miracolosamente illesa. Ciò che incuriosisce nel dipinto è la scena di vita quotidiana riprodotta dall'autore sullo sfondo. La giornata sta lentamente per finire, le pecore pascolano tranquille nei campi e gli uomini, chiacchierando con gli attrezzi da lavoro in spalla, si avviano verso il paese senza fretta. Nel cielo si nota uno strano segno, come un arcobaleno, dipinto però con un solo colore giallo ocra, una specie di "scudo protettivo" che appare sul piccolo borgo. Ma il particolare più interessante è un'altro elemento tracciato dall'autore e dipinto in rosso: non è una linea spezzata, come per rendere l'idea di un fulmine ma una linea che, partendo dall'alto, arriva direttamente sulla casa. Si tratterebbe quindi di un corpo luminoso di un certo peso che arriva in caduta libera, e questo induce a pensare che si tratti o di un meteorite o di un oggetto non identificato. Che un artista della fine del Cinquecento abbia ritratto un moderno satellite è piuttosto improbabile, ma a chi è capitato di vedere la Santissima Trinità che Bonaventura Salimbeni ha dipinto nella Basilica di San Pietro a Montalcino, in piena Toscana, qualche dubbio è venuto. Al centro della scena, infatti, campeggia una grande sfera dai toni apparentemente metallici corredata di due "antenne". La similitudine con i moderni satelliti artificiali lanciati verso la fine degli anni '50 è notevole, ma forse nel 1595 Salimbeni ha dipinto solo un globo del Creato, dando a Gesù e a Dio Padre i rispettivi scettri.

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