Storia di Marsala

Dopo il tentativo fallito di Pirro, la città di Siracusa da sempre sostenitrice di questo movimento con Dionisio, si appoggiò alla nascente potenza romana. Infatti, appoggiando l’impero romano, la città venne a perdere la sua funzione di capitale dell’isola e conseguentemente il suo antico splendore. Questa scelta fermò il lungo progresso siculo che solo con la conquista araba riprese il suo ruolo nello scacchiere politico mediterraneo. L’odierna Marsala, insieme con Drepano (odierna Trapani) fu l’unico baluardo difensivo dei cartaginesi in Sicilia. Nel 250 a.C. i romani con la flotta agli ordini del console Attilio Regolo chiusero qualsiasi canale di comunicazione con il resto dell’isola.. La difesa cartaginese, rinforzata dal soccorso degli abitanti di Selinunte, oppose una strenua resistenza che durò dieci anni. I cartaginesi riuscirono in questi anni a mantenere i contatti con la madre patria fino a quando i romani con la vittoria di Lutazio Catulo nel mar delle Egadi li costrinsero a firmare la pace ed abbandonare Lilibeo, che divenne parte della potenza romana. Questi ne fecero il più importante porto per estendere il proprio dominio sull’Africa assicurando così a Roma il dominio del Mediterraneo. I Cartaginesi tentarono di riprendere Lilibeo inutilmente. Da qui parti la spedizione punitiva di Scipione contro Cartagine che ne segnò la sconfitta definitiva. I preparativi dell’impresa furono descritti con vivacità ed entusiasmo dallo storico Tito Livio.Anche nella terza guerra punica Lilibeo fu un importante base navale romana e fu sede dell’autorità civile e militare della provincia. Il primo pretore della città fu Caio Flaminio. In quegli anni l’odierna Marsala raggiunse un grande sviluppo e fiorì l’agricoltura così come il commercio tanto da essere chiamata “splendidissima” da Cicerone, che vi soggiornò ricoprendo la carica di questore. All’inizio dell’era cristiana, Lilibeo mantenne la sua importanza come stazione commerciale, navale e militare. La sua zecca coniava le monete di bronzo tra le quali quella raffiguranti una testa velata racchiusa in un triangolo nel quale secondo gli storici si ravvisa la forma della Sicilia. La città ebbe, inoltre, un notevole sviluppo urbanistico. Sorsero palazzi sontuosi, monumenti ed impianti pubblici tra i quali la necropoli dei cappuccini. Infine, sembra che S. Pietro proveniente dall’Africa per recarsi a Palermo si fosse fermato a Lilibeo per costruire una cattedrale. Non a caso la città fu sede vescovile fino alla conquista araba.

Nessun commento:

Posta un commento