Cielo d'Alcamo: Rosa fresca aulentissima

Notizie biografiche

Attivo nella metà del XIII secolo. Si riconosce ormai che Ciullo (presunto diminutivo di Vincenzullo o richiamo volgare e grottesco tipico nei nomi giullareschi) è una deformazione accolta erroneamente dalla critica ottocentesca, e da essa passata a numerosi testi stranieri. Per altri il nome deriverebbe da Cheli (diminutivo di Michele, nome molto diffuso in Sicilia), da cui sarebbe poi derivato Celi e in seguito, in Toscana, Cielo.


Rosa fresca aulentissima

Il linguaggio è una versione parodica della lingua letteraria dei Siciliani, i poeti della Magna Curia di Federico II, di cui Cielo dimostra una conoscenza molto approfondita: la sua erudizione non comune, nascosta sotto l'aspetto solo apparentemente popolare, si prende volentieri gioco dei topoi e degli stilemi della poesia cortese.

«Rosa fresca aulentis[s]ima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».

«Se di meve trabàgliti, follia lo ti fa fare.
Lo mar potresti arompere, a venti asemenare,
l’abere d’esto secolo tut[t]o quanto asembrare:
avere me non pòteri a esto monno;
avanti li cavelli m’aritonno».

«Se li cavelli artón[n]iti, avanti foss’io morto,
ca’n is[s]i [sí] mi pèrdera lo solacc[i]o e ’l diporto.
Quando ci passo e véjoti, rosa fresca de l’orto,
bono conforto dónimi tut[t]ore:

poniamo che s’ajúnga il nostro amore».
(...)


PARAFRASI PARZIALE

1. Rosa fresca profumatissima che appari verso estate, le donne ti desiderano, giovani e maritate: traimi da questi fuochi, se è tua volontà. Per te non ho pace notte e giorno, pensando sempre a voi, mia Signora.
2. Se ti tormenti per me, la follia te lo fa fare. Potresti rompere con l'aratro il mare, e seminarvi, potresti riunire tutte le ricchezze del secolo [del mondo]: non mi potresti avere però in questo modo. Piuttosto mi taglio i capelli [mi faccio monaca].
3. Se ti tagli i capelli, prima io vorrei esser morto, perché con essi io perderei la mia consolazione e il mio diletto. Quando passo da casa tua e ti vedo, rosa fresca dell'orto, ogni volta mi dai un buon conforto: facciamo sì che il nostro amore si congiunga.

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