Filosofia: Nicola Cusano



NICOLA CUSANO

(Treviri 1401-Todi 1464)

La conoscenza umana
E’ un filosofo che riprende Platone. Ha come oggetto di studio la conoscenza umana, che a suo avviso avviene per proporzione. Esiste una proporzione tra il noto e l’ignoto, e l’uomo è in mezzo tra ciò che sa e quello che non sa. C’è una consapevolezza sulla conoscenza che non può essere né totale né nulla: l’uomo non può dire di sapere tutto ma non può neanche dire di non sapere nulla, si trova esattamente al centro.


La dotta ignoranza e conoscenza umana
La consapevolezza della conoscenza e di ciò che invece non si conosce, propria dell’uomo, viene definita da Cusano “dotta ignoranza”. Si riprende un po’ l’antico pensiero di Socrate (Io so di non sapere).
Per il filosofo tedesco la conoscenza è infinita, data da tante indicazioni diverse tra loro. Mai sarà possibile giungere ad una conoscenza perfetta, anche se gradualmente è possibile sciogliere l’ignoto per renderlo noto (proporzione). L’uomo deve essere umile e quindi ricercare per gradi ciò che ancora non conosce.


La conoscenza divina
Altro discorso è quello per la conoscenza divina: questa è perfetta, totale, non ha dotta ignoranza ed è imperitura. Avvicinarsi a Dio è possibile, anche se non si potrà mai giungere al suo livello. Come un poligono inscritto in una circonferenza, la perfezione del cerchio non sarà mai pari a quella del poligono, anche se tale figura geometrica inserita ha un volume ampio. La conoscenza umana è peritura, rappresenta il divenire e cambia continuamente.
Citazione di Cusano: “il poligono inscritto, quanti più angoli avrà, tanto più risulterà simile al circolo, ma non si renderà mai uguale ad esso, anche se moltiplicherà all'infinito i propri angoli, a meno che non si risolva in identità col circolo”.


Le Congetture
Arrivare a Dio è impossibile, ma tuttavia l’uomo ha a disposizione delle congetture: ipotesi che simboleggiano l’unica possibilità dell’uomo di parlare su Dio, verso Dio. Sono soltanto probabili ed è l’Intelletto a produrle. Non la ragione, che riesce a fornire spiegazioni logiche e non i sensi, poiché Dio non si vede.
Secondo Aristotele, suddividendo per gradi la conoscenza venivano i sensi in primis, poi l’intelletto e infine la ragione. Per Cusano l’intelletto è necessario a produrre congetture poiché rende capaci di andare oltre i limiti. E’ un’evidente ricaduta nel platonismo: il mondo delle cose molteplici impedisce di giungere a congetture sulle idee (ovvero il mondo della ragione). Si ripropone il problema platonico di trascendenza e verità. I sensi e la ragione sono diversi dall’intelletto. La ragione talvolta può smentire l’intuizione, ma non è detto che la ragione sia nel giusto: è soltanto logica.

Coincidenza degli Opposti
Dio non è in mezzo tra conoscenza maggiore e minore, Dio è imparagonabile tra i gradi di maggioranza e minoranza e non è uguale per l’uomo, in mezzo tra un più e un meno perennemente. Tutti gli opposti coincidono in Dio, poiché Egli essendo infinito e al di là anche dei principi di identità e non contraddizione. Nel mondo Dio può esplicarsi tramite contratio (contratto ed individualizzato nelle cose pur senza perdere la propria unità): Dio è riassunto nell’uomo, che però non crea. E’ nella natura ma resta nell’aldilà. E’ una chiara allusione al concetto di idea platonica. In secondo luogo c’è l’implicatio, cioè un’esistenza di Dio implicata in ciò che c’è. Terza ed ultima modalità quella della complicatio: Dio ha creato, ha fatto uscir fuori da sé ciò che aveva dentro (in potenza, virtualmente). Tutto è piegato insieme, in maniera ordinata, ed egli ha dovuto soltanto esplicarsi.

Se c’è la natura è implicito che ci sia Dio, che è la possibilità di tutto ciò che è. Tutto quello che vediamo deriva da Dio, lo implica ed è un suo effetto.
Citazione: “Il minimo assoluto coincide con il massimo assoluto”.

Teoria dell'Impetus

Aristotele affermava che un corpo in movimento non ha in sé un movimento. Per Cusano c’è invece un impeto, ovvero la futura forza d’inerzia per la fisica, e cioè la conservazione del movimento iniziale.

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