Diana, Apollo, Marte, Venere


Diana
Dea italica della luna e della caccia, Diana fu identificata dai romani con la greca Artemide. Figlia di Giove e sorella gemella di Apollo, Diana aveva chiesto al padre di regnare sulla natura e sugli animali. Era quindi protettrice dei cuccioli e dei neonati. Era consuetudine tra gli antichi cacciatori di offrirle in dono le corna e la pelle degli animali uccisi, che solitamente venivano appesi ad un albero. Quando Agamennone, prima di partire per la guerra di Troia, uccise inconsapevolmente una cerva a lei sacra, la dea si vendicò facendo in modo che la flotta Greca non potesse salpare a causa dei venti contrari. Per placare la sua ira, Agamennone le immolò in sacrificio la propria figlia, Ifigenia. Solo all'ultimo momento Artemide/Diana sostituì la ragazza con una cerva.


Apollo
Figlio di Giove e di Latona, Apollo è fratello di Diana. Prima di partorire, la madre fu perseguitata da Giunone che, accecata dalla gelosia, le mandò contro il serpente Pitone con l'incarico di perseguitarla ovunque si recasse. Dopo lungo peregrinare Latona riuscì finalmente a rifugiarsi nella sperduta isola Delo dove diede alla luce i suoi figli. Qui, a soli quattro giorni dalla nascita, Apollo fu in grado di armarsi di arco e frecce per trafiggere il terribile serpente Pitone. Alcune tradizioni fanno corrispondere Apollo al greco Helios, il dio che ogni mattina conduce il carro del Sole, trainato da quattro cavalli, percorrendo il cielo da oriente ad occidente, per poi invertire il percorso durante la notte. Altre leggende parlano di lui come di uno dei fondatori di Troia. Oltre ad essere il dio della musica e della poesia, Apollo è il dio della bellezza che si innamora di sovente. Tra i suoi amori ricordiamo quello, non ricambiato, per la Ninfa Dafne che per sfuggire al suo corteggiatore chiese aiuto alla dea Gea (la Madre Terra) che la tramutò in una pianta d'alloro: per questa ragione Apollo viene spesso raffigurato proprio con una corona d'alloro sulla testa.


Venere  
Nata dalla spuma del mare, fu identificata dai latini con la greca Afrodite, dea dell'amore. Fu lei a vincere la celebre contesa tra Giunone e Minerva come dea più bella, almeno secondo il Paride e il mito del pomo della discordia. Giove la diede in sposa a Vulcano, dio del fuoco zoppo e piuttosto bruttarello, ma Venere amava Marte, dio della guerra, forte e coraggioso. Omero racconta di come i due amanti furono sorpresi dal Sole (per alcuni, Apollo) che riferì l'accaduto a Vulcano. Questi, per vendicarsi, nascose una rete sotto il letto della moglie, quindi la intrappolò insieme al suo amante per poi schernirla al cospetto di tutti gli dei dell'Olimpo. Quando Venere fu liberata andò a nascondersi a Cipro piena di vergogna, mentre Marte fuggì in Tracia. Tra i diversi amanti di Venere si annovera anche Anchise, padre di Enea e nonno di Ascanio o Iulo.                          


Marte
Identificato dai latini con il greco Ares, Marte è il dio della guerra selvaggia, a volte contrapposta a quella, più 'razionale', di Minerva.. Durante la guerra di Troia non parteggiò particolarmente per nessuna fazione ma, accompagnato dalla dea Discordia e dai figli di lei, Terrore e Spavento, si aggirava di continuo tra le file dei combattenti.. Ebbe numerosi amori tra i quali, come racconta Omero, quello per Venere. Quasi tutte le tradizioni ne fanno il figlio di Giove e Giunone. Poiché la stagione della guerra iniziava tradizionalmente a marzo, il mese a lui dedicato, Marte era chiamato dai romani anche dio della primavera; e visto che la guerra era soprattutto un'attività giovanile, lo stesso Marte era considerato dio della giovinezza. Per quest'ultimo attributo, presso il popolo dei Sabini era consuetudine dedicare a Marte un'intera classe di giovani destinati ad abbandonare la città d'origine per cercar fortuna altrove. Spesso questa migrazione, chiamata Ver sacrum (la primavera sacra), era accompagnata da un lupo: da qui forse ha origine la leggenda che vuole Marte come padre di Romolo e Remo, i due gemelli allattati da una lupa.ne della Gens Iulia che si attribuiva come antenata Venere.

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