Le poesie lette da Ignazio Zito alla presentazione di "Lilibe"

In occasione della presentazione del libro di Ignazio Zito sono state lette ed apprezzate tre sue poesie. Le riproponiamo insieme agli auguri di un sereno Natale e di un felice Capodanno.

DOLCE TERRA MIA 

O Terra benigna, da Dio creata, 
Con l’Etna come focolare 
Di tutto il mondo sei ammirata 
Per le tue bellezze senza uguali si ama parlare.
Terra mia, dove musicisti poeti e vati 
Bellini, Verga, Pirandello e Guttuso sono nati.
Hai dato natali a Majorana, Archimede, ricercatori e scienziati.
Culla di illustri nomi Camilleri, 
Sciascia ad alte mete arrivati.
E’ qui nato un umile tuo figlio 
Un di’ Terra natia abbandonata per lavoro
 ogn’anno veggo a baciarti con orgoglio 
ma te serbo ancor nel cor con il sol e il mar, mio tesoro.
E voi, picciotti, ascoltate questo mio ammonimento 
Non abbandonate la bella Trinacria, ricca di storia 
Non fate questo sbaglio, manco un momento.
Che tanto lustro ha dato all’umana memoria.
Spogli e lontani, 
vostr’alma troverete,
sì di opulenza, ricchi e benestanti 
ma di pena e nostalgia piangerete 
nel cor sempre più feriti ed affranti.
A chi scrive treman le mani 
Tristemente traversa sull’onda lo Stretto Dalla Terra, 
dal sol e dal mar, ti allontani, 
pensando al ritorno e a qual domani.


OTOPIA

Provengo da un pianeta diverso da una galassia, 
da un altro universo in cui regna la pace 
dove la guerra da mille e più anni tace. 
Niente armi, niente soldati niente brama di vittoria 
ma popoli, etnie, 
che vivono sereni con la propria storia. 
Si vive con fiducia ed onestà 
in pieno rispetto 
non è un mondo perfetto, 
ma è fatto di pura semplicità. 
Al denaro non si dà valore, non dà felicità. 
Il tempo è fatto di sola eternità. 
Si vive di emozioni, niente violenza, 
niente prigione, niente delinquenza 
ma siamo uomini liberi. 
Otopia, il mio mondo! 
Non è poi così lontano, se vuoi. 
Si trova in ognuno di noi.
 E' dentro ad ogni cuore, 
questo mondo chiamato Amore.




Ed il lento infrangersi delle onde,
il vento che increspa l'acqua
il grido d'un gabbiano solitario,
sono solo sulla spiaggia.
E' notte.
Una splendida notte senza luna,
ma con una miriade di stelle.
Un gran silenzio avvolge tutto intorno.
 Sogno,
e dal profondo dell'anima
mi arriva un canto malioso.
Sono le sirene,
splendide creature marine,
ingannevoli donne
tanto bramate quanto misteriose.
E l'acqua ricade in spruzzi argentei
dagli scogli per rituffarsi in mare
ed una stella cadente lascia in cielo
una fugace striscia dorata.
Ti penso.
Ricomincio a sognare.
Ti vedo.
Rivedo i tuoi occhi, la tua bocca, i tuoi capelli,
li accarezzo
ed un brivido mi percorre tutto.
 Respiro quest'aria di salsedine
che mi entra nelle vene,
nel sangue, ti sento.
Vicino a me sento il tuo respiro caldo, dolce,
dei passi e tu sparisci.
Ti allontani da me in silenzio com'eri venuta.
Ed io ti chiamo ed invoco il nome tuo
e mi risponde il silenzio,
quel silenzio che m'è dolce:
 il silenzio del mare.

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