C'erano contatti tra i Maya e gli Alieni: straordinari ritrovamenti in Messico

Da quando la notizia è stata resa nota non ha smesso di parlare di sé: alcuni manufatti ritrovati all’interno di una piramide Maya sembra che siano testimonianza dell’avvenuto contatto tra il popolo Maya e gli alieni. La scoperta risale fine anni ’30, ad opera di un team di esperti dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia di Calakmul, in Messico. Il governo messicano ha deciso di renderla pubblica soltanto di recente. L’osservazione dei segni sui reperti ha portato ad identificare quelli che sembrano essere dischi volanti e creature aliene. In uno di essi gli studiosi hanno visto un astronauta intento al controllo della propria navicella e il pianeta Terra rappresentato dai due cerchi , mentre quello più piccolo immediatamente in basso potrebbe simboleggiare la Luna.
Vi è poi raffigurato un dispositivo simile ad un martello, nell’atto di colpire una sorta di scia luminosa assimilabile ad una cometa, attraversata da quello che somiglia ad un UFO. La notizia lascia aperto il dibattito tra scettici ed appassionati di ufologia, è certo però che cresce la curiosità attorno all’area in cui è avvenuto il ritrovamento. Secondo Luis Augusto Garcia Rosado, ministro del Turismo messicano, l’interpretazione del codice sui manufatti è prova di un contatto tra gli alieni ed il popolo Maya, avvenuto circa 3000 anni fa. La scoperta dovrebbe inoltre diventare oggetto di un documentario, Rivelazioni dei Maya. 2012 e oltre, progetto che però tarda a partire, a causa anche degli screzi all’interno della produzione: secondo The Hollywood Reporter nel 2013 Raul Julia-Levy, uno dei produttori del documentario, avrebbe infatti violato alcune condizioni contrattuali, assumendo impropriamente il controllo della produzione, falsificando prove archeologichee rilasciando false informazioni circa il sostegno del governo messicano nel progetto e la presenza di Stephen Hawking(famoso fisico inglese) tra gli intervistati. “ Gli alieni? Certo che esistono, è quasi sicuro”. Parola di Stephen Hawking, l'astrofisico britannico famoso per le sue tesi spesso anticonformiste. Lo scienziato però avverte: l'umanità non deve in nessun caso entrare in contatto con loro - ciò potrebbe essere devastante. La star della fisica presenta in un nuovo documentario tv i suoi pensieri sull'universo e le forme di vita extraterrestri. In un universo con cento miliardi di galassie, ciascuna contenente centinaia di milioni di stelle, è improbabile che la Terra sia l'unico luogo dove si sia evoluta la vita. È ciò che sostiene Stephen Hawking, 73 anni, matematico e fisico con un quoziente intellettivo di 160, fino all'anno scorso titolare a Cambridge della cattedra lucasiana di Matematica e Fisica, carica ricoperta anche da Isaac Newton. Hawking, che soffre di atrofia muscolare progressiva - costretto a vivere su una sedia a rotelle e a comunicare con un sintetizzatore vocale - è uno dei cosmologi più noti. Ebbene, da ricercatore qual è ha spiegato che «per il mio cervello matematico i numeri da soli fanno pensare che è perfettamente razionale l'esistenza di alieni», riporta il Sunday Times. La vita extraterrestre, spiega lo studioso, è concepibile nei modi come la conosciamo - dal microbo al bipede intelligente. Le forme più probabili di vita potrebbero essere microrganismi e animali semplici; in fin dei conti, queste specie avrebbero dominato anche la Terra per milioni di anni. Ciò nonostante, Hawking mette in guardia l'umanità dal possibile incontro con forme di vita intelligente: «Il contatto con la vita aliena potrebbe essere disastroso per la razza umana». Il motivo? Gli alieni potrebbero tentare di sfruttare la nostra Terra per le sue risorse, per poi proseguire. Lo scienziato paragona tale situazione con la quella della scoperta dell'America nel 1492: «Quando Colombo sbarcò in America, le cose non sono più andate così bene per gli indigeni». Hawking ha in mente degli alieni-nomadi che, dopo aver esaurito tutte le risorse del proprio pianeta, vanno a caccia attraverso le galassie di altri pianeti da sfruttare. Oltretutto, immagina l'esperto: «Questi esseri potrebbero sottomettere e colonizzare i pianeti a bordo di navi giganti». E sottolinea: «Basta guardare a noi stessi per vedere come potrebbe svilupparsi la vita intelligente in qualcosa che non vorremmo incontrare». Già in precedenza l'astrofisico aveva messo in guardia dagli incontri ravvicinati con gli altri inquilini dello spazio. «Se mai vi dovesse capitare di incontrare un alieno, state attenti: potreste essere contagiati da un virus contro il quale non possedete alcun anticorpo», aveva sostenuto Hawking in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo della Nasa.

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