Dionisio ed Ercole


Dionisio 
Dio del vino e del delirio Figlio di Zeus e della principessa tebana Semele, egli era detto il “nato due volte” perché, tratto prematuro dal ventre materno, fu incubato in una coscia del padre finché non fu pronto a venire alla luce. Per sottrarlo alla gelosa vendetta di Era, Zeus lo portò lontano dalla Grecia, nel paese chiamato Nisa (da cui forse il nome Dioniso), che alcuni identificarono in Asia, altri in Etiopia. Qui Dioniso fu allevato dalle ninfe del luogo che furono successivamente ricompensate ottenendo di venire poste in cielo, tra le stelle, come Iadi. Era già adulto ed aveva già inventato il vino, quando la dea Era lo rese pazzo. In preda alla frenesia errò a lungo attraverso l’Egitto e la Siria, quindi risalì le coste dell’Asia e giunse in India dove fu accolto dalla dea Cibele che lo purificò liberandolo dalla follia e lo iniziò ai riti del suo culto. Durante queste sue peregrinazioni Dioniso insegnò agli abitanti delle regioni che percorreva l’arte della coltivazione della vite e pose al tempo stesso le basi della vita civile. Al suo ritorno in Europa giunse in Tracia, quindi si trasferì nella natia Tebe dove affermò la sua potenza: re Penteo, che tentò di opporsi, fu duramente punito. Ad Argo, dove si recò in seguito, Dioniso manifestò la propria potenza in modo analogo facendo impazzire le figlie di re Preto e tutte le donne del paese che divorarono i propri nati. Poi il dio volle recarsi a Nasso e salpò su di una nave di pirati Tirreni; l’infido equipaggio però prese la rotta dell’Asia con l’intenzione di vendere come schiavo l’illustre personaggio, ma tutti i marinai furono mutati in delfini. Dopo avere in tal modo gradualmente imposto il dominio del suo culto, la natura divina di Dioniso fu riconosciuta da tutti e il dio poté ascendere al cielo a prendere posto tra gli dei dell’Olimpo. Uno dei suoi primi atti come dio fu quello di rapire Arianna, abbandonata a Nasso da Teseo, che divenne sua sposa; si narra anche di un suo amore con Afrodite da cui sarebbe nato Priapo. Poco diffuso nella Grecia omerica, il culto di Dioniso si rafforzò in epoca ellenistica, grosso modo nel periodo successivo alla spedizione di Alessandro Magno in India. A Roma assunse gli aspetti più sfrenati e orgiastici, tanto che nel 186 a.C. il Senato dovette proibire le celebrazioni dei Baccanali. Il culto fu comunque continuato dalle sette mistiche che celebravano i misteri di Dioniso 


Eracle o Ercole 

Ercole è noto in particolare per le "dodici fatiche": queste indicano come il mito derivasse direttamente da qualche precedente culto solare. Le sue dodici fatiche simboleggiano il passaggio del Sole attraverso le dodici case dello zodiaco. Numerose sono le leggende religiose che hanno Ercole come protagonista. Figlio di Giove, la madre di Ercole era la fanciulla Alcmena; ebbe in moglie Deianira. Un giorno, durante una delle sue imprese, Ercole e Deianira dovevano attraversare un fiume tumultuoso. L’eroe lo attraversò, ma lasciò che la moglie fosse traghettata da un centauro battelliere, Nesso, che tentò di rapire Deianira. Ercole allora colpì il centauro con una delle frecce avvelenate col sangue dell'Idra. Il centauro morente si prese la sua vendetta offrendo a Deianira il proprio sangue, e convincendola che esso avrebbe costituito un potentissimo filtro d’amore che avrebbe reso Ercole fedele a lei per sempre. Un giorno Deianira ebbe il sospetto che il suo sposo fosse un po’ troppo interessato ad un’altra donna. Così, dette ad Ercole una camicia su cui aveva sparso un po’ del sangue del centauro morente. Ovviamente il sangue era un potente veleno, dato che era stato contaminato dal sangue dell’Idra. Quando Ercole indossò la camicia avvelenata, si compì la vendetta del centauro: cominciò ad essere preda di dolori lancinanti e sentì le carni bruciargli in modo talmente insopportabile da preferire la morte. Ma nessun mortale poteva ucciderlo, ed Ercole decise di darsi la morte da sé, facendosi bruciare vivo su una pira funeraria. Giove, impietosito dalla sorte del suo figlio prediletto, scese dal cielo e lo prese con sé nell'Olimpo, ponendo fine alla sua agonia

1 commento:

  1. Simbologia della vite: http://www.cavernacosmica.com/simbologia-della-vite/

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