Spento
per me non sei, ma vivi ancora:
vivi
dentro il mio cuor, Lilibe Vate,
nel fervido
pensier ti veggo ancora
qual
ti vidi io nella più fresca etate.
Miro
il tuo volto che la rosa infiora,
Le
lunghe chiome bionde inanellate,
la
magica pupilla che innamora,
cerulea
come l’onde interminate!
Dentro
il mio petto Amor pinse e scolpio
il tuo leggiadro angelico sembiante
e il
chiaro nome che non teme oblio.
Oh
potessi innalzarlo fino all’etra!
Ma
l’acuto dolor le corde ha infrante
Della
mia flebile dolente cetra.
(Rosaria Giaconia)
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